Amici di Penna

In questa sezione saranno presentati al lettore racconti, aneddoti e poesie inviati da amici, follower ed appassionati che vorranno mettere a disposizione dell’ internauta i loro pensieri, ed il loro lato più intimo e romantico. Fin d’ ora il direttivo del sito lì ringrazia calorosamente per la loro disponibilità e partecipazione.

RICORDI COME PAGINE poesia del Sig. Pietro Dallapina

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IL FUOCO

” PIU’ sordo e più fioco il fuoco che gioca…. scoppietta la brace nell’ ora fugace,

che mai ti ritrova, che più si rinnova.

L’ ARIA profonde intreccio d’ odori…….. al dolce desinare lì assapori,

mentre cuoce libagione soave……. mentre sussurri, Maria, a Te, Ave.

NELL’ ora che passa la notte avvicina…… io son partigiano e dormo in cantina,

or su lesto, dobbiam dormire…… che il rombo di guerra già fa soffrire.

SOLO echi laggiù nella valle……… gli animali riposan in stalle,

per dormire dobbiam pensare…… a bella fiaba da narrare.

CI son fate dai lunghi capelli……. ci son maghi coi loro mantelli.

LA senti nel buio risuona…… odo il dolor di argentea campana……

odo i dieci pesanti rintocchi……. ed ormai si chiudon gli occhi.

IL fuoco continua nel suo crepitare….. guizza e scintilla…. Lo vedi? Ti piace?

IL lieve tepore del caminetto…… concilia l’ uom ed il bimbetto.

NESSUNO si sa, di tempo ne ha molto…….. nella gavetta l’ ho tutto còlto,

lo tengo li, per ore peggiori…. quand’è periglioso andarsene fuori.

OH clessidra di vetro e di sabbia……. fa ch’io di tempo ne abbia

per stringer la cara sua mano….. per abbracciarla e andar lontano

andar soltanto dove lei vuole…. lei è semplice ama le viole.

LA primavera non è alle porte……. al partigian vicina è la morte,

perché la vita è solo una ruota……. per l’ amor è tardi se la sedia si fa vuota. “

PIETRO DALLAPINA GENNAIO 1944

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LA ZANZARA

STORIA CON PAROLE STORTE

Una piccola zampezzarra,

dalla ciaffa bizzarra.

Mangia tanta ciccolata,

niente sangue in mattinata.

Solo anguria e melone,

sotto questo solleone.

In ciambaratte è il villano,

urla, urla fa un gran baccano.

“Vint borr a la fétta,

as màgna as béva,

as léva la baslétta.”

E cosi la poverina,

pian pianino si avvicina.

“Un morsetto” pensa tra se,

“e mi sento come un re.”

GEMMA e ALBERTO FOLLI        Fornovo di Taro

Ovviamente non sarà sfuggito al lettore la presenza di parole non corrette. Ciaffa sta per faccia. Ciccolata sta per cioccolata. Zampezzarra sta per zanzara. Ciambaratte sta per ciabatte. La baslétta sta per mento o bazza. Borr sta per denaro o spicciolo di poco valore, approssimativamente dato il periodo storico si presuppongono le Lire. Vint sta per venti, inteso come valore numerico.

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IL FIOR D’ ANGIOLO

Esplosione estiva di candido fiore

quadripetala essenza è il tuo core.

Cespuglio maestoso divino e selvaggio,

hai chioma possente come un miraggio.

Danzando soave la silfide ancella,

salta tra rami custode novella.

Mirando l’ incanto di tutto l’ insieme,

colore ed effluvio infondono speme.

MONICA S. Montechiarugolo (PR)

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BERRETTO ROSSO

Questa è la storia di un berretto rosso

che decise di viaggiare a più non posso.

Berretto saltò in testa a un aeroplano

e i passegger confusi, parlaron piano.

Adirato il pilota lo cacciò,

lo guardò serio, infine lo sgridò,

“ Orsù ora la smetta,

non vede che abbiamo una gran fretta.”

Berretto cadde sopra a un aquilone,

e di lì in terra con un ruzzolone.

Infin decise di volar su un fiore,

e questi a lui: “Attento! Non calpestar le aiuole !”

Attonito, sconsolato e molto triste,

decise di viaggiar fino a Trieste.

A Trieste soffiava un forte vento,

e berretto volò via tutto sgomento.

Uff  che fatica e che emozione !

Berretto finì sopra ad un portone.

“ Sciò, via !” Gli disse questi brontolando….

“ Mi chiudi l’occhio magico sostando”.

Così un poco sconsolato e mesto,

verso il parco se ne andò lesto lesto.

Ed in cuor a viaggiar si preparò,

“ qualcosa si disse combinerò”.

” Riscalderò quell’uomo senza tetto,

solo, triste e privo di ogni affetto.

Poi soddisfatto e colmo di allegria,

ad un bel clown farò compagnia”.

Stanco di vivere nella confusione,

decise di cambiar ubicazione.

“Via da queste auto, da questa città

per esser felici ci vuol tranquillità.

Viaggerò allegro su quel rosso treno,

che correrà veloce verso il sereno”.

Così nella dolce sera si incamminò

e fischiettando un allegro se ne andò.

PROF. DALLAPINA MAGDA Fornovo Taro

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SENZA TEMPO

Siamo sospesi come le farfalle,

come gli uccelli sul fiume,

come leprotti spauriti nel bosco,

come i caprioli alle spalle del borgo.

E con gli occhi scoprire nuovi orizzonti,

e col cuore ritornare a sentieri dimenticati,

e con l’ anima salire spazi infiniti,

e tornare al presente per essere migliori.

PROF. DALLAPINA MAGDA Giugno 1975

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UN FIORE

Un fiore cade negli ultimi giorni d’ Inverno,

un fiore di neve cade.

Nell’ aria è già Primavera.

Non esitare o Sole bello,

donale il calore dei tuoi raggi,

portala in una eterna Estate.

Il tempo muta,

etereo il volto dell’ amore,

rilucente di lieve splendore.

PROF. DALLAPINA MAGDA alla madre Gemma Folli

Febbraio 2022

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PREGHIERA DELLA SERA

Alla sera, mentre si andava a letto, mia zia Rita Canali di Porporano, ci faceva recitare le preghiere della sera (al bén).

“Su ragas, d’zi su ‘l bén”.

Solitamente era è la seguente:

“A vagh a lét

con Domine Parfét,

con Domine Signór,

con Cristo Salvatór,

con l’Angiolén bianch

e la Madònna inans

ch’la m’à ditt ch’a dorma

e ch’a m’ ripoza

e ch’a n’apia paura

äd nissuna coza.”

RINGRAZIANSI IL SIG. MEZZADRI GIUSEPPE della “Consulta del Dialetto Parmigiano”.